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Music

IN CONVERSATION WITH: THEIRA VOICE

words: Greta Tunioli, Paolo Fantino, Luca Ercole (Elisio x Bunkereeno Kollektiv)

Emiliano Gamba, classe 1993, ha sempre avuto una propensione naturale per costruire e sperimentare. Cresciuto allo stato brado sull’isola d’Elba, fin da piccolo si dedicava ad attività manuali. Ricorda con affetto i giorni passati a costruire una casetta nel garage, o quando aiutava il padre portandogli gli attrezzi. Da bambino, la sua curiosità lo spingeva a smontare tutto ciò che gli capitava tra le mani, un’espressione del suo desiderio di esplorare e comprendere il funzionamento degli oggetti. Successivamente, la sua famiglia si trasferì a Torino, dove Emiliano ha vissuto una vita sociale come tutti i suoi coetanei. Dai 20 anni ha frequentato principalmente il Prinz Eugen, uno squat situato in Corso Principe Eugenio, nel centro di Torino, dove partecipava e organizzava feste per un certo periodo. Tuttavia, col tempo, ha iniziato a distanziarsi dall’ambiente dei party; dal 2014, Emiliano, ha trovato la sua vera passione a Borgaro Torinese, dedicandosi alla costruzione artigianale di sound system. “Volevo fare casse, mi sono messo a fare casse,”. È stato solo nel 2020 che ha iniziato a vedere un vero e proprio mercato per i suoi prodotti.

03.11

IN CONVERSATION WITH: THEIRA VOICE

IN CONVERSATION WITH: THEIRA VOICE

Come nasce Theria Voice?

Costruisco casse da sempre, ho cominciato costruendo Soundbag, mettendo coni negli zaini, ne ho fatto qualcuno a scuola. In seguito ho dovuto trovare un nome più generico, ho scelto Theria, dal greco θηρίον, bestia (sottoclasse di mammiferi comprendente l’infraclasse dei Marsupiali (Metatheria) e degli Euplacentati (Eutheria), ossia la quasi totalità delle specie di mammiferi esistenti. N.d.A.). Principalmente lavoro su commissione, poi se mi vengono idee particolari sperimento per migliorare.

I vostri sound system per che genere di party è stato pensato?

Dipende quindi dal cliente, io punto ad avere una risposta piatta. L’ impianto deve riprodurre bene tutto, se manca qualcosa probabilmente devi rivedere il mastering. Difficilmente un impianto non mette del suo e restituisce un suono trasparente. […] Il concetto è che tutto dovrebbe suonare bene senza eccessive distorsioni.

Il tuo progetto preferito / che ti sta più a cuore?

Il mio progetto preferito è sempre l’ultimo, perché c’è sempre qualcosa di nuovo, ricerca e innovazione. Trovo il processo estremamente entusiasmante.

Progetto più famoso?

E’ quello per USV (Under The Skin Vibration Sound System N.d.A.), interamente costruito da me, è famoso perchè loro sono spesso in tour, girano molto nel nord Italia, essendo di Torino, ricevendo complimenti per quanto si sbattono. E’ anche di gran lunga il sound più potente che abbia costruito. […] L’evento più grande con il mio sound è stato organizzato con le mie teste al Mothership (locale torinese N.d.A.), combinate alle componenti medio-basse dei resident.

Cos ti ha portato a scegliere queste specifiche forme?

All’inizio non volevo fare le trombe, le reputavo troppo complesse, poi ho visto le Void Acoustics e ho pensato: “no, sono troppo fighe devo farle anche io”.La forma è abbastanza mia. L’esagono è la forma base, se si vuole uscire dal quadrato, più simile al cerchio; che sarebbe meglio, ma sarebbe troppo troppo lungo e complesso utilizzando il legno. L’esagono è una forma complessa ma modulare, sei moduli uguali, un buon compromesso. Solo dopo ho visto l’impianto Realhorns (Sound System con componenti esagonali N.d.A. ), giuro. Evidentemente è solo la forma più semplice da fare, per gli altri cabinet seguo l’ispirazione in base alla tecnica ed al calcolo del carico, senza ovviamente trascurare la destinazione d’uso.

Quali sono i principali materiali che utilizzi e perché?

Legno multistrato di betulla, lo standard, per i cabinet, per le trombe multistrato pieghevole 5-8mm , così non devo usare il vapore. Rinforzo in vetroresina, cristal, per la copertura e poliestere per i rinforzi non visibili, fibra di vetro per i giunti, inizialmente fissati con colla a caldo. La stampa 3d mi ha permesso di sperimentare alcune trombe e rifasatori, che non sarebbe possibile costruire in altro modo; sono a resina, ci vanno accorgimenti, basta stringere troppo la vite ed il piano di lavoro si imbarca, l’ho scoperto io, nessuno lo sapeva. Per quanto riguarda l’efficienza alcune trombe le riesco a fare più velocemente al tornio. Per altri progetti utilizzo anche altri materiali, come resina e marmo, modellati col Dremel, o legni pregiati come il legno di Noce Canaletto. Taglio tutto a mano, sega da fondo e banco sega, sono un po’ un vecchio stile su queste cose, mi sta bene se hai la CNC (Computer Numerical Control N.d.A.), ma devi saper fare le stesse cose ed usarla se hai troppo lavoro, devi saperla riparare e manutenere.

Quali sono state le sfide maggiori che hai dovuto affrontare?

La gestione del tempo: recentemente ho costruito, per il Banco Vini di Torino, un locale musicalmente molto ben frequentato, le mini Datura per il bar, un progetto che avevo in mente. In 2 mesi ho dovuto fare tutto perché inauguravano e dovevano sostenere le prove acustiche del comune. Problemi tecnici ormai pochi, penso molto alle cose e faccio molte prove, soprattutto prove prima di approcciare il progetto del cliente. Di solito al primo tentativo i progetti mi vengono meglio, perché lavoro d’istinto; nonostante le modifiche il primo design è spesso vincente.

Il tempo lo organizzo in base alle commissioni, attualmente devo fare 2 monitor, in genere faccio ascoltare prodotti simili per captare le volontà del cliente, ma i definitivi mi piacciono quasi sempre. Diciamo che mi adatto al budget, sia per componenti che manodopera, poi ci si accorda per il bilanciamento tra suono e design, posso anche fare scatolo semplice con componenti top.

Per Emiliano, la manualità è un’abilità innata, una qualità che ritiene essenziale per l’evoluzione della nostra specie. “Finché costruisco cose che mi interessano, va bene” dice, sottolineando il suo approccio scientifico e pragmatico alla vita.

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