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UNCOVERS: Superflat

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05.09

UNCOVERS: Superflat

UNCOVERS: Superflat

Superflat torna il 13 e 14 settembre, e con la sua terza edizione consolida una forma che ormai non è più solo quella di un festival musicale, ma piuttosto di una comunità temporanea che si raduna attorno al suono, alla natura e all’idea che la cultura possa fiorire in spazi alternativi, costruiti con pazienza e immaginazione.

Il cuore del progetto resta PWCC – Post War Cinema Club, un’ex azienda agricola appena fuori Parma, trasformata negli anni in un centro culturale indipendente dove la musica convive con un campeggio immerso nel verde, un club e un ristorante con orto che lavora a stretto contatto con piccoli produttori locali. Un luogo dove si arriva anche solo per stare, e dove la musica non è un evento da consumare, ma una materia viva che attraversa corpi, relazioni e paesaggi. Superflat è il momento dell’anno in cui tutto questo si attiva in modo più denso: due giorni di dj set, live e talk fanno sì che quest’idea possa manifestarsi sotto forma di azione concreta, in un ascolto collettivo dove il pubblico non arriva solo per ballare ma per sentire, scoprire, parlare, perdersi e ritrovarsi in un luogo che invita alla sospensione, alla partecipazione e alla cura.

Il programma di questa edizione conferma la linea seguita fin dall’inizio: una proposta ampia, che rifiuta di omologarsi e sottostare a definizioni categoriche, prediligendo traiettorie trasversali, dove la club culture si intreccia con l’elettronica sperimentale, le radici analogiche con le nuove forme digitali, e la scena internazionale dialoga con quella italiana, in una geografia in costante mutazione.

La giornata di sabato è dedicata alle forme più corporee e ritmiche del suono. Il live di apertura è affidato a Cotton Mouth, artista svedese affiliato alla label YEAR0001 (la stessa che ha lanciato artisti come Yung Lean e Bladee), che si muove in territori di elettronica astratta e atmosferica, con composizioni che sembrano disegnare spazi mentali più che melodie. A seguire, DJ Octopus & Steve Murphy, due nomi di riferimento della scena house italiana, portano in consolle una visione cruda, fisica, radicata nell’estetica dei vinili e nelle drum machine che hanno fatto la storia della musica da club.

Ci si espande poi verso direzioni più ibride con il set di Toma Kami, producer parigino che ha costruito una traiettoria personale all’interno della scena europea: i suoi set sono pieni di curve, in bilico tra bass music, breakbeat spezzati, astrazione ritmica e pulsazioni percussive. Dalle profondità dell’underground marchigiano arriva invece Flux by Uchiha, progetto ancora sotterraneo ma già capace di ritagliarsi un’identità precisa, con set che mescolano l’energia della dub con campionamenti vocali e strumenti provenienti dall’area MENA (Nord Africa e Medio Oriente), per una narrazione sonora fortemente influenzata dal paesaggio culturale post-mediterraneo.

Nel corso della giornata si alternano anche progetti più introspettivi e trasversali: Luce Clandestina, artista torinese attiva nella sound art e nella composizione elettronica, porta una performance che lavora sulla sospensione e sul dettaglio, mentre Mika Oki, artista franco-giapponese con base a Bruxelles, costruisce un set dove immagine e suono si fondono in un’esperienza immersiva e sensoriale, capace di trasformare lo spazio in una sorta di ambiente emotivo in costante trasformazione.

Questo climax in costante ascesa giunge a due chiusure molto diverse tra loro: Pangaea, cofondatore della celebre etichetta inglese Hessle Audio (insieme a Pearson Sound e Ben UFO), torna in Italia con il suo suono spigoloso e dinamico, fatto di bassi profondi, frammenti di techno e suggestioni dubstep dense di groove. Subito dopo, lo stage passa al Kali Percussion Trio, ensemble parmense che lavora sulle percussioni in chiave contemporanea, costruendo un set interamente site-specific, pensato per lo spazio naturale e sonoro di PWCC. È una delle intuizioni che più caratterizzano Superflat: far convivere clubbing e ricerca acustica, trance da dancefloor e forma da concerto, senza che nulla sembri fuori posto.

La domenica cambia ritmo e temperatura, aprendo a sonorità più intime, cerebrali, narrative. La giornata si apre con Adele Arno, giovane musicista milanese e fondatrice del collettivo Box of Tangerine, realtà DIY attiva tra produzione musicale, cura di eventi e sperimentazione multidisciplinare. Il collettivo curerà anche un momento speciale all’interno della programmazione, portando al festival uno sguardo fresco su come si costruisce oggi una scena indipendente, con strumenti spesso minimi ma visioni chiare.

A seguire, il live set di Data Memory Access (progetto condiviso da Giammarco Orsini e Jacopo Latini) si muove tra techno e ambient, con l’uso di macchine analogiche e sequenze ipnotiche, mentre Detente, produttore francese, propone un linguaggio sonoro che unisce chitarre elettriche, glitch, texture e feedback, in una tensione continua tra suono organico e trattamento digitale.

Uno dei momenti più densi del festival arriva nel pomeriggio, con l’inedito b2b tra GNMR, figura centrale della scena romana, e Francesco Farfa, uno dei nomi storici del clubbing italiano, con alle spalle decenni di attività e un tocco ancora oggi magnetico, eclettico, capace di attraversare epoche e stili con coerenza e libertà. Il viaggio prosegue con TLKR, alias solista di Alessandro Parlatore (già parte del duo Marvin & Guy), che esplora sonorità vicine all’UK garage, alla techno astratta e a certe derive ambient minimaliste, con una sensibilità raffinata e un’attenzione quasi architettonica alla costruzione del set.

A chiudere il festival sarà Tolouse Low Trax, storico residente del Salon des Amateurs di Düsseldorf e punto di riferimento per chi ama i ritmi obliqui, minimali e mentali. I suoi set, costruiti su groove lenti e ipnotici, riescono a incendiare la pista senza mai alzare la voce, e rappresentano perfettamente quello che Superflat vuole essere: uno spazio dove la profondità conta più della velocità, e dove il suono agisce per sottrazione, fino a diventare un luogo in cui perdersi.

Oltre alla proposta musicale, Superflat 2025 ospiterà per la prima volta anche uno spazio dedicato all’ascolto, alla conversazione e al confronto, che sarà curato dalla nostra redazione insieme alla web radio Fritto FM. L’idea è quella di aprire un luogo informale ma attento, dove far circolare pensieri, domande e visioni che spesso nascono attorno alla musica ma raramente trovano tempo e spazio per emergere durante un festival. All’interno di un’area dedicata e accessibile, prenderanno forma una serie di momenti pubblici: talk, interviste e ascolti guidati in cui l’esperienza del festival si espande oltre la pista, in quella zona porosa dove il suono incontra la parola, il pensiero critico e il racconto.

Come t‑mag, saremo presenti con due talk pubblici, pensati per aprire una riflessione condivisa a partire dalla pratica e dallo sguardo di alcuni degli artisti in programma.

Il primo appuntamento sarà con Data Memory Access, progetto condiviso da Giammarco Orsini e Jacopo Latini, che da alcuni anni portano avanti una ricerca congiunta tra hardware analogico e sperimentazione sonora. Il talk, dal titolo From Riviera to the world: house music, identity & global journeys, sarà curato da Tatiana Tardio. Il secondo incontro vedrà la partecipazione di Mika Oki e Luce Clandestina. Il talk, intitolato Bodies in Frequency: Contemporary electronic practices with Luce Clandestina & Mika Oki, sarà curato da Giulia Maria Scrocchi e offrirà uno spazio di confronto tra due voci significative della scena elettronica contemporanea.

Il nostro obiettivo, condiviso con il team curatoriale del festival, è quello di dare spazio a una dimensione più lenta e dialogica del festival, dove fermarsi a parlare, ascoltare o semplicemente condividere tempo diventa parte dell’esperienza. In un contesto come quello di Superflat, dove la musica non è mai solo sottofondo ma forma di coesistenza, anche la parola può trovare il suo ritmo – tra un vinile che gira, una campionatura che ritorna, o una pausa tra due battiti. Sarà un’occasione per rallentare, ascoltare in modo diverso e incontrarsi su un terreno condiviso, dove la musica non smette di essere centrale, ma si apre a nuove prospettive.

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