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Music

UNCOVERS: Paral·lel Festival

words: Davide Urbani

27.06

UNCOVERS: Paral·lel Festival

UNCOVERS: Paral·lel Festival

Nel cuore della Catalogna, all’interno dell’area montuosa di Port del Comte, il Paral·lel Festival tornerà dal 25 al 27 luglio 2025 per la sua ottava edizione. Situato in un contesto geografico caratterizzato da rilievi boscosi, scarsa densità urbana e una forte vocazione naturalistica, il festival rappresenta un caso emblematico di come la musica elettronica contemporanea possa essere praticata e fruita al di fuori dei consueti spazi metropolitani. La scelta del luogo non è accessoria, ma costituisce un elemento fondante dell’identità di Paral·lel: si tratta di un ambiente che consente di decostruire le logiche tipiche dell’intrattenimento urbano e favorisce, invece, una modalità di partecipazione più attenta, riflessiva e relazionale.

Negli ultimi anni, l’evento ha saputo mantenere il proprio carattere intimo e selettivo, con una capienza volutamente limitata che favorisce la creazione di un’atmosfera familiare e autentica. In questa cornice appartata e suggestiva, lontana dalle grandi folle e dalle logiche del consumo rapido, si compie una ricerca sonora rigorosa che spazia tra ambient, techno trance e sperimentale, distribuita in quindici performance e oltre trenta ore di musica.

In questo senso, Paral·lel si configura come un’esperienza culturale che intreccia estetica sonora, sostenibilità ambientale e coesione sociale. Il suo valore non risiede esclusivamente nella qualità della proposta musicale, ma nella capacità di attivare dinamiche collettive differenti, in cui il tempo e lo spazio vengono percepiti e condivisi in modo più dilatato e consapevole. La lontananza dalle grandi città non implica un rifiuto del contesto urbano, ma la volontà di creare una parentesi critica all’interno di una quotidianità spesso frammentata e accelerata, offrendo ai partecipanti la possibilità di costruire connessioni più profonde – sia con il paesaggio naturale, sia con le persone, sia con il linguaggio stesso della musica elettronica.

La line up di quest’anno si apre con un appuntamento che ha già catalizzato l’attenzione del circuito: la prima collaborazione in assoluto tra Donato Dozzy e Patrick Russell, due figure di riferimento nel panorama della techno ipnotica e meditativa. La decisione di proporre un b2b tra questi due artisti non è solo una scelta curata dal punto di vista curatoriale, ma un gesto che suggerisce una direzione estetica precisa: quella di una techno che non cerca la spettacolarità, ma che lavora per immersione, costruzione del tempo e dialogo interiore. Il risultato atteso è un’esperienza sonora rarefatta, attraversata da micro-evoluzioni e tensioni sottili, dove il dancefloor si trasforma in paesaggio mentale.

Un altro momento chiave sarà il live set del britannico Surgeon, vero pioniere della techno degli anni Novanta, il cui impatto sulla scena globale resta incancellabile. Conosciuto per la sua attitudine sperimentale e per aver infranto i confini tra generi e dispositivi, Anthony Child porta a Paral·lel la sua visione radicale e intensamente fisica della musica elettronica.

Tra le proposte più interessanti in chiave contemporanea spicca senza dubbio Peverelist, co-fondatore dell’etichetta Livity Sound e figura centrale della scena di Bristol, città da sempre laboratorio avanzato della cultura bass britannica. L’approccio di Peverelist è stratificato: parte dal dub techno ma lo contamina con sensibilità post-garage, sfumature UK funky e un’attenzione al ritmo che non è mai banale. Il suo set, in un contesto paesaggistico come quello di Port del Comte, assume una dimensione quasi archeologica, capace di far emergere connessioni profonde tra tradizione elettronica e nuovi linguaggi sonori.

La line-up completa conferma la volontà del festival di muoversi in un territorio sonoro coerente ma mai chiuso. Tra i nomi da segnalare, la presenza di Carmen Villain, artista norvegese-messicana che negli ultimi anni ha elaborato un linguaggio ibrido tra ambient, drone e field recordings, con una forte componente narrativa e visiva. I suoi lavori su Smalltown Supersound e Geographic North hanno dimostrato una capacità rara di trasporre in musica stati d’animo sospesi, onirici, mai completamente definiti. A seguire, il b2b tra Konduku e Mattikk, due artisti legati a un’idea di techno stratificata, ritmica ma introspettiva, tra influenze turche, olandesi e un certo minimalismo percussivo che oggi rappresenta una delle frontiere più stimolanti della club music. Completano il cartellone ESHU, Guillam, Jin Mustafa, Refracted, SO, Timnah e molti altri, in un programma senza punti deboli, curato con la precisione e l’intuito che da sempre caratterizzano Paral·lel.

Una delle novità più attese di quest’anno riguarda proprio la chiusura domenicale, che sarà estesa fino alle 22:00: due ore in più per assaporare quel momento magico in cui il sole scende dietro le vette, trasformando la musica in una preghiera laica condivisa. Per molti, quel tramonto è diventato il vero simbolo del festival, il momento in cui ogni separazione – tra palco e pubblico, tra individuo e natura – si dissolve.

Se la musica è il cuore pulsante del festival, l’attenzione all’ambiente è ciò che ne costituisce l’anima. La scelta di un luogo come Port del Comte non è solo logistica, ma profondamente simbolica: ritirarsi in montagna significa esporsi al silenzio, accettare una vulnerabilità che nelle città spesso rimuoviamo, e aprirsi a una percezione più sottile del mondo. In questo contesto, ogni elemento è pensato per favorire la connessione con il territorio: dalle nuove strutture d’ombra realizzate in bambù da un collettivo di biocostruzione, all’introduzione di servizi igienici ecologici a secco, fino all’illuminazione discreta e integrata lungo il sentiero che conduce al palco principale, ogni dettaglio è curato per armonizzarsi con il paesaggio e restituire un’esperienza rispettosa, sostenibile, reale.

Come ogni anno, Paral·lel non è solo musica ma anche spazio di pensiero. Con Paral·lel Plus+, il festival apre una finestra sul mondo professionale della musica elettronica, offrendo workshop e incontri con artisti, produttori e tecnici. È un luogo di scambio e formazione dove si parla di progetti innovativi, di nuovi strumenti, di visioni condivise, rivolgendosi tanto agli addetti ai lavori quanto a chi si avvicina alla produzione musicale con passione e curiosità. Questo momento di confronto arricchisce l’esperienza complessiva, alimentando la comunità che ruota attorno al festival e sostenendo lo sviluppo culturale della scena elettronica in modo concreto e partecipato.

In un mondo saturo di eventi e iper connesso, la sua forza sta proprio nel non voler assomigliare a nulla: nessun palco mastodontico, nessuna sovrastimolazione visiva, nessuna rincorsa al nome più mainstream. Solo suono, natura, attenzione. È un festival che va vissuto con lentezza, che chiede presenza e restituisce memoria. Un’esperienza che rimane incisa, come il passo sulla terra dopo la pioggia: fragile si, ma allo stesso tempo reale e necessario.

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