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Music

UNCOVERS: Opificio Network

words: Davide Urbani

15.10

UNCOVERS: Opificio Network

UNCOVERS: Opificio Network

Opificio Network nasce come organismo fluido e polifonico, un laboratorio sonoro, visivo e spaziale che si insinua nel tessuto urbano di Venezia come un filo invisibile, capace di restituire alla città la dimensione dell’ascolto e della scoperta. Fondato nel 2019 sull’isola della Giudecca, il collettivo prende forma dall’incontro di amici e creativi provenienti da percorsi differenti — musica elettronica, arti visive, fotografia, scenografia — accomunati dalla volontà di trasformare lo spazio urbano in un organismo vivo, percorribile e sensibile. Le prime iniziative, ai Cantieri Lucchesi e in collaborazione con Pase Platform, incarnano un approccio interdisciplinare in cui le feste diventano installazioni, il suono architettura e il corpo strumento: esperienze complete che fondono immaginazione, interazione e ricerca estetica.

La pandemia impone una sospensione forzata, ma il collettivo reagisce reinterpretando i confini tra reale e digitale. Nel 2020, il Battello dell’Immaginario al Lido diventa un laboratorio galleggiante e il canale Twitch trasforma la mancanza di pubblico in un’opportunità di condivisione e sperimentazione sonora. La radio, strumento chiave della cultura elettronica europea e piattaforma storicamente legata alla diffusione della sperimentazione — da Resonance FM a NTS, passando per le realtà locali come Fritto FM — diventa terreno di pratica e disseminazione per Opificio, con trasmissioni sulle onde di Gimic Radio, Refuge Worldwide, Rhizome Radio, Rocket Radio e Rough Radio.

Nel 2021, con la graduale riapertura, il collettivo torna a occupare fisicamente gli spazi: le spiagge del Lido, il giardino meditativo Energy Darshan e la residenza invernale ad Argo16 diventano palcoscenici e officine dove performance, produzione musicale e ricerca visiva si intrecciano. Le collaborazioni internazionali si intensificano, portando a Venezia nomi come Tano dagli Stati Uniti, il collettivo De Rio da Firenze, e artisti da Barcellona, consolidando il dialogo tra scena locale e network globale. La dimensione sonora si espande su scala europea grazie alle collaborazioni radio, che diventano spazi di riflessione sonora e di scambio interdisciplinare, radicando il collettivo in una rete di pratiche culturali che unisce performance, sperimentazione e ricerca.

Nel 2022, la partecipazione a bandi pubblici in collaborazione con InDiversity ODV porta Opificio a gestire il Centro Vettor Pisani al Lido, trasformandolo in un hub creativo e laboratorio di ricerca permanente. Qui si intrecciano design, produzione musicale e curatela artistica, e nascono collaborazioni con collettivi, etichette e radio indipendenti, creando un ecosistema di sperimentazione sostenibile. La presenza al Laguna Festival e la nascita del FAT Martedì al Carnevale veneziano testimoniano la capacità del collettivo di leggere la città e di tradurre la cultura popolare in linguaggi contemporanei e sperimentali. La prima esperienza berlinese presso Lark (ex Marie Antoinette) inserisce il progetto nel circuito europeo della nightlife d’avanguardia, consolidando il ruolo di Opificio come ponte tra Venezia e la scena internazionale.

Il 2023 segna un periodo di consolidamento: il progetto “101 – Restarting from the Basics”, sviluppato con Pase Platform, fonde formazione, performance e produzione sonora, coinvolgendo artisti come Cumulonembi, POL100, Sintetico e Reptant. La partecipazione a festival interdisciplinari come 100_ve e Venice Open Stage rafforza il dialogo tra musica elettronica, arti performative e comunità. La collaborazione con Lobster Apparel esplora l’ibridazione tra suono, immagine e produzione sartoriale, inserendo l’auto-produzione in un processo artistico più ampio e coerente con la missione del collettivo: creare spazi di espressione e sostenibilità.

Dal 2024, Opificio amplia la propria mappa di sperimentazione, con workshop, residenze e progetti internazionali che ospitano Giulia Rae, Giustino Kabiro, Aniello, Hampar Soum e collettivi come Dissident e Imaginary Friends. Le programmazioni tra il 2023 e il 2025 comprendono una costellazione di artisti — da Katatonic Silentio a DJ Fart in the Club, da Paolo Mosca a Astral VIP, da Cecilio & Laurine a Stenny e Subradeon — tracciando un arco che attraversa la città, l’Europa e le pratiche sonore più radicali.

Questa traiettoria culmina nell’installazione site-specific – realizzata con il supporto del partner tecnico The Acoustic Hub – che sarà parte della mostra temporanea Unfolding Perspectives durante la Biennale Musica 2025. La colonna sonora originale, composta da Giacomo Saccavini e Ousman Seye con la supervisione di Alessandro Baroncini, è un intreccio di campioni archivistici, sintesi granulare e modellazione fisica che genera un paesaggio sonoro caleidoscopico, un tessuto narrativo in cui passato, presente e futuro convergono. Gli accordi in scala frigia di Re modulano l’energia della composizione, oscillando tra tensione elettronica e sospensione contemplativa, creando uno spazio di ascolto e riflessione che supera i confini del tempo lineare.

Durante la settimana di esposizione, dal 18 al 24 ottobre, Venezia si trasforma in laboratorio aperto. Marco Segato inaugura con tessiture mistiche e ritmi spezzati; Katatonic Silentio porta live la propria ricerca tra astrazione e sub-bass; O.M Theorem presenta “Eruption”, frutto di performance collettive e riflessione sul ruolo sociale della musica. I workshop curati da O.M Theorem e Kasei P aprono il suono alla partecipazione attiva, mostrando come la poliritmia, la sintesi sonora e l’architettura ritmica possano trasformare l’ascoltatore in co-creatore.

Il progetto di Opificio si colloca in una lunga tradizione di sperimentazione sonora e ricerca artistica, dove il suono diventa strumento di esplorazione, comunicazione e ridefinizione degli spazi. Venezia, con la sua conformazione unica e le tensioni tra passato e presente, offre un laboratorio naturale in cui sperimentare nuove modalità di ascolto e interazione, trasformando il suono in un mezzo capace di generare relazioni, narrazioni e percezioni inedite dello spazio urbano.

Unfolding Perspectives non è solo una mostra temporanea: è la manifestazione di un pensiero sonoro radicale, che utilizza la musica e lo spazio come strumenti per leggere, abitare e risignificare la città. La storia di Opificio Network — dai primi eventi sui cantieri veneziani fino alla Biennale — dimostra come la sperimentazione, la comunità e la pratica sonora possano intrecciarsi in modi inediti, trasformando il modo in cui percepiamo Venezia e lo spazio urbano in generale. Venezia non è una cartolina, né un museo: è un organismo vivo da attraversare, abitare, ascoltare, e Opificio ci mostra come farlo, vibrazione dopo vibrazione, suono dopo suono, esperienza dopo esperienza.

Foto di Giulia Laudenzin

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