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Spring Attitude 2024: il beat multidisciplinare della quattordicesima edizione

07.10

Spring Attitude 2024: il beat multidisciplinare della quattordicesima edizione

Spring Attitude 2024: il beat multidisciplinare della quattordicesima edizione

‘’Roma eterna primavera’’ si legge all’entrata della tredicesima edizione dello Spring Attitude, che riconferma Roma, per la quarta volta consecutiva, come il palco del sound e delle contaminazioni. A dirlo è la line-up che, sin dalla sua rivelazione, ha visto la Capitale divenire un amplificatore per il beat multidisciplinare dei suoi 23 artisti, capace di svestire gli studi di Cinecittà dalla sua istituzionalità cine-musicale, sonorolizzandoli grazie alle incursioni techno, ambient e acid che lo Spring accoglie da anni. Una primavera che sboccia in anticipo e ad un orario preciso, alle 16.30 del 13 Settembre, anche se sotto un cielo terzo che preannuncia un temporale di vibrazioni che, scrosciante, batte il doppio palco del festival, diviso tra il Molinari stage e lo Spring Attitude stage.

Ad inaugurare il primo dei due è il local Alessandro Rebesani con gli RBSN, che sintetizza l’anima soul in un cantautorato tradizionale tra psichedelia e quello che lui stesso definisce ‘’jazzismo’’. Se Jeff Buckley e Nick Hakim dovessero mai nominare un erede probabilmente Rebesani sarebbe uno dei possibili nomi. Dopo il gruppo ne arriva un altro che è il suo opposto: i Film School. I cosiddetti ‘’nu-gazer’’ d’oltreoceano che riportano il rock alle sue origini, senza perdere la musicalità a tratti folk. Il gruppo americano, noto per l’oscurità vocale della tradizione rock della costa occidentale che si unisce all’indie contemporaneo, anticipa due grandi artiste che si stanno costruendo uno spazio indipendente nello scenario internazionale: Marta Del Grandi, esibitasi subito dopo, e Daniela Pes, che giunge sul Molinari Stage dopo Marco Castello ed i suoi canti groove d’amore. Se la prima guida il pubblico in un paesaggio onirico-folk, la seconda costruisce una foresta di suoni, tra voci e gesti che accompagnano i presenti in un soundscape senza via di fuga, a tratti sacrale quanto sacrilego.

Il viaggio non si interrompe, e continua con il live act di Cosmo che, con il suo pop psichedelico a chiusura del proprio tour, anticipa i quattro grandi della notte del primo giorno: Mace, Barry Can’t Swim, The Blaze, e i Jersey. La techno di Mace elettrizza il pubblico in un’ora e mezza di dj-set imperioso, i Barry Can’t Swim smuovono le acque dell’elettronica partendo dalla Scozia fino ad arrivare ai club di Parigi, da dove provengono gli attesissimi The Blaze, indiscussi protagonisti di questa edizione. A chiudere ci sono i Jersey che giungono in Italia per la prima volta presentandosi come i producer del futuro per il loro beat elettro-punk. Aprono il secondo giorno dello S/A due nuovi nomi: Anna and Vulkan, la cantautrice che gioca con il suo nome per richiamare alla tradizione popolare e l’innovazione melodica della base, e Gaia Morelli, introspettiva e dirompente, è accompagnata da un sound leggero e scanzonato.

A continuare il movimento cantautrice vi è anche Emma Nolde, che dopo il gruppo inglese post-punk dei Fat Dog, alleggerisce il palco con synth e corde. Ma per poco, perché segue la musicalità pop dei Bobby Joe’s Long Friendship Party ed il danzante trio indie-rocker Bar Italia, che supera le aspettative seppure con i tempi serrati, prossimi al live di Motta. Giungono sul palco anche i Viagra Boys ed il loro old rock che ravvivano il pubblico con i grandi classici del gruppo, ma ad abbassare i bpm se ne occupano i Mount Kimbie con la loro indie elettronica e qualche armonia da rocker.

Chiudono la serata i grandi del beat, tra cui un nascente nome della scena italiana, la giovane Whitemary, che prepara il palco alla deep house islandese dei Kiasmos, alla multiculturalità sound degli Acid Arab, al loro secondo appuntamento con lo Spring, ed alla grande chiusura della dj Samà Abdhuladi, che da poco ha raggiunto le Top chart della musica techno ed elettronica, capace di raccogliere il pubblico per l’ultima ora di puro beating.

Si conclude così la quattordicesima edizione di uno spettacolo condiviso, di una primavera che anticipa l’inverno dove la musica fiorisce senza imposizioni di sorta. Lo Spring Attitude si riconferma non solo come un’irrinunciabile doppia data per il sound, ma come un fiore raro in un prato battuto.

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