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Music

Soundstorm Riyadh: il festival che sta cambiando il volto della musica in Arabia Saudita

words: Tatiana Tardio

16.12

Soundstorm Riyadh: il festival che sta cambiando il volto della musica in Arabia Saudita

Soundstorm Riyadh: il festival che sta cambiando il volto della musica in Arabia Saudita

Ci sono luoghi e momenti che trascendono la descrizione, esperienze che sfuggono alla comprensione razionale e si imprimono nella memoria con la forza di un sogno vivido. Soundstorm, il gigantesco festival musicale che prende vita nel deserto di Riyadh, è uno di questi. Soundstorm è un’esperienza collettiva che celebra il potere trasformativo della musica, il suo ruolo come strumento di liberazione e identità in un contesto sociale e culturale in rapido cambiamento.

In Arabia Saudita, il percorso verso la modernità e l’apertura è iniziato da poco, e la musica si trova al centro di questa rivoluzione silenziosa. Fino a pochi anni fa, l’idea stessa di partecipare a un evento musicale sarebbe stata impensabile, ma Soundstorm ha scardinato questi pregiudizi, costruendo una città temporanea che per tre giorni diventa il simbolo di una nuova visione del futuro.

Dietro le quinte di Soundstorm c’è un universo fatto di persone incredibili, professionisti provenienti da ogni angolo del mondo che lavorano con un’attenzione ai dettagli e una competenza che lasciano senza parole. Ogni aspetto del festival è curato con una dedizione che si percepisce in ogni momento vissuto lì. È impossibile non ammirare l’ambizione dell’Arabia Saudita, che dimostra di non voler contare solo sulle sue risorse naturali come il petrolio, ma di aver capito che il vero futuro si costruisce investendo nella cultura e nell’innovazione.

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La musica oggi, è il fulcro di un’esperienza culturale e spirituale. Ogni stage racconta una storia diversa, ogni genere rappresenta un linguaggio unico. Dai palchi principali che ospitano star internazionali agli spazi dedicati alla scena underground, Soundstorm offre una piattaforma inclusiva dove convivono diversi mondi sonori.

Particolarmente significativo è il ruolo della musica underground, spesso considerata il cuore pulsante della creatività musicale. Gli stage dedicati a questo genere offrono una libertà di espressione rara, enfatizzata da messaggi luminosi come “I think you’ve found the place” e “Feel everything, forget nothing”. Queste parole sono dichiarazioni di intenti: Soundstorm è un luogo in cui ogni individuo può abbandonare maschere e convenzioni sociali per essere autenticamente sé stesso.

C’è qualcosa di profondamente ancestrale nella danza collettiva che si manifesta a Soundstorm. Gli spettatori si riuniscono in cerchi spontanei, ballano quasi in trance, trasformando la pista in un rito tribale. In questo contesto, il DJ non è più solo un intrattenitore, ma uno sciamano che guida il pubblico in un viaggio attraverso ritmi e frequenze.

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Questa tribalità della danza, che unisce le persone al di là delle differenze culturali, testimonia il potere universale della musica. In un’epoca di frammentazione sociale, momenti come questi offrono una rara occasione di unità e appartenenza.

Uno degli aspetti più rivoluzionari di Soundstorm è l’attenzione alla sicurezza e al benessere dei partecipanti, in particolare delle donne. In un paese dove il ruolo delle donne è al centro di una trasformazione sociale, gli organizzatori hanno creato spazi dedicati per garantire loro un’esperienza serena e sicura. Questo gesto non è solo un segno di rispetto, ma un riconoscimento della centralità delle donne nella costruzione di una nuova comunità culturale.

Anche la salute fisica e mentale dei partecipanti è una priorità. Per la prima volta, dopo anni di frequentazione di festival e club, ho sentito l’esigenza di indossare i tappi per le orecchie distribuiti gratuitamente dall’organizzazione, un gesto che dimostra la cura per l’udito dei partecipanti. Inoltre, i numerosi spazi di relax, arricchiti da installazioni artistiche, offrono un rifugio dove ricaricare le energie. Uno dei momenti più spettacolari di Soundstorm è rappresentato dagli show di droni che illuminano il cielo notturno del deserto. Centinaia di luci volanti si muovono in coreografie precise, disegnando simboli e messaggi che amplificano l’atmosfera surreale del festival. Questa fusione tra arte e tecnologia non è solo un elemento di intrattenimento, ma una riflessione visiva sul futuro e sulle infinite possibilità offerte dalla creatività umana. Ogni stage è curato nei minimi dettagli, dal design degli stage alla qualità del suono, e ogni installazione artistica contribuisce a creare un ambiente che stimola tutti i sensi.

Soundstorm è un manifesto sociale. In un contesto dove la musica era stata a lungo repressa, il festival dimostra come essa possa diventare un linguaggio di cambiamento, un catalizzatore per una società più aperta e inclusiva. È un segnale che la cultura non è solo intrattenimento, ma un potente strumento di trasformazione.

Per i giovani sauditi, Soundstorm è una finestra su un mondo nuovo, ma è anche un richiamo al potere universale della musica: connettere ciò che sembra distante, costruire ponti laddove ci sono muri. Nel cuore del deserto, dove il silenzio una volta regnava sovrano, oggi risuona un messaggio di libertà. È la prova che, anche nelle sabbie più aride, può sbocciare una città della musica e del futuro.

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