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“Raven” di Rookley: dissociazione e pace interiore nel nuovo album Point of View

04.11

“Raven” di Rookley: dissociazione e pace interiore nel nuovo album Point of View

“Raven” di Rookley: dissociazione e pace interiore nel nuovo album Point of View

Con Raven, secondo singolo tratto dall’album di debutto Point of View, il giovane produttore italiano Rookley esplora una dimensione di alienazione e dissociazione emotiva che diventa, paradossalmente, un percorso verso la serenità interiore. In uscita il 12 novembre per Funclab via Universal Music, Point of View è un lavoro che scava a fondo nei meccanismi di difesa psicologica, come spiega Rookley: “Raven cerca di rappresentare l’esperienza di una persona in uno stato di disagio, che tenta di superare attraverso il pensiero. La situazione si intensifica quando l’individuo si immerge completamente in questa condizione ed il suo meccanismo dissociativo diventa costante. È l’unica realtà possibile per raggiungere la pace interiore.”

Point of View riflette il bisogno di evasione dall’alienazione imposta dai ritmi di lavoro moderni e si sviluppa in dieci tracce che raccontano il viaggio nelle ore della notte: dalla libertà e dall’euforia del dancefloor, fino alla solitudine più intima e profonda, dove il tempo sembra fermarsi. Ogni traccia è un tassello di questa narrazione, che parla dell’inquietudine e del desiderio di trovare un posto sicuro tra gli strascichi di una vita frenetica.

Sul piano musicale, l’album si caratterizza per sonorità emotive e cupe, in cui paesaggi sonori stratificati e atmosfere lo-fi creano un immaginario sonoro intenso e viscerale. L’influenza delle scene post-rave di Berlino e del Regno Unito si riflette in una produzione radicale, con ritmi potenti e atmosfere oscure che trasmettono un senso di alienazione urbana. L’attenzione maniacale al sound design dà vita a un mix innovativo tra suoni digitali e analogici che si fondono in un flusso armonioso.

L’elemento visivo di Raven aggiunge un ulteriore strato all’esperienza. Il video del brano è girato interamente all’interno di mappe glitchate di Call of Duty, trasformando errori digitali e ambienti frammentati in uno scenario che rispecchia lo stato di disconnessione del protagonista. Questi paesaggi virtuali pieni di bug amplificano la sensazione di distacco dalla realtà, trasformando il video in un viaggio psichedelico e ipnotico, dove la dissociazione diventa il rifugio.

L’album si inserisce perfettamente in un contesto sociale e culturale che rispecchia le inquietudini di una generazione in cerca di connessione e rifugio in un mondo sempre più frammentato. Attraverso un mix coinvolgente di musica, emozioni ed immagini digitali glitchate, Point of View diventa un manifesto emotivo, capace di canalizzare e reinterpretare il senso di disorientamento collettivo.

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