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Music

IN CONVERSATION WITH: HEITH

words: Giulia Massara

21.05

IN CONVERSATION WITH: HEITH

IN CONVERSATION WITH: HEITH

In Escape Lounge la musica diventa accesso all’ignoto tra estasi spirituali ed energie malinconiche

Escape Lounge è un luogo, uno spazio sintattico che sovrasta tutto ciò che è tangibile, è lo sguardo, l’attesa, la quête dell’attesa, la soluzione dell’attesa. L’inesistente che persiste nella mente del perturbabile, cospira nelle immaginazioni, varie e diverse, restringe le prospettive per poi ridursi e contemporaneamente amplificarsi negli straordinari abissi intimi, ingrati e complicati, esaustivi. Concentrarsi di nuovo e attraversare l’asfissia mediatica, rivisitarla in una nuova condizione etimologica che Internet restituisce all’anima di una digitalizzazione selvaggia.

Heith dona voce a chiunque, suggerendo una complessa corrispondenza strumentale, distinguendo l’inerzia di un mondo atipico da quello tattile in cui si cerca di sopravvivere. L’intento cinematografico di Escape Lounge si sviluppa lungo una metratura di 12 tracce; scopre un mondo che si abbandona alla malinconia, alle circostanze criptiche costantemente allertate da pericoli invisibili e alla perdita della consapevolezza come una lucida e valida salvezza. Il profilo di un abisso lynchiano, l’epilogo sentimentale, l’artista spoglio di un sé costante, in preda a un sé in movimento tra le metafore, le idee e le allucinazioni acustiche di un disco – Escape Lounge – che rianima l’elettronica, il trip-hop, la psichedelia e l’indie-folk.

Escape Lounge analizza il rischio di evoluzioni digitali che potrebbero sostituirsi all’evoluzione umana; il disco a tratti sembra placare questa alienazione anche sentimentale e a tratti, invece, sembra risvegliarla. Tutto è espresso con tecniche acustiche che includono inquinamenti psichedelici e noise implosi nell’elettronica e sintonizzati sulle linee ambient con la parvenza che diano una voce al disco. Mi incuriosisce sapere se l’inizio di ogni tuo lavoro prevede una fase prettamente più narrativa, dedicata alla scrittura.

Sono contento che questo disco possa porre delle domande di questo tipo e riflessioni anche riguardo al futuro…

Di solito non parto mai da un’idea narrativa precisa. Scrivo musica e idee quasi quotidianamente; spesso, senza pensarci troppo. Inevitabilmente queste cose hanno una relazione con il presente. Poi, quando riesco a guardarle da fuori, le cose iniziano a mettersi insieme ed eventualmente possono diventare un album o qualsiasi cosa, ma sempre a posteriori.

Tra interpretazioni, percezioni audiovisive, linguaggi acustici, quali sono le ‘vertigini’ contemporanee in Escape Lounge?

Non saprei, penso di vivere la stessa contemporaneità che viviamo tutti. A volte, l’ispirazione viene da lì, altre volte no. Immagino ci siano delle ‘vertigini’ contemporanee perché questo disco è stato scritto in quest’epoca, appartiene esattamente a quest’epoca. Trovo difficile evidenziarne alcune piuttosto che altre.

You in Reverse, primo singolo presentato in streaming; può essere considerato il teaser sonoro dell’intero album?

Insieme alla label abbiamo deciso di rilasciare quel brano come primo singolo perché ci sembrava una buona proposta iniziale, qualcosa di nuovo rispetto ad altri miei lavori precedenti. Decisamente incarna alcune delle atmosfere del disco.

Estasi e sensibilità spirituale sono gli elementi con cui disciplini il tuo concept creativo e tracci il suono. In X, wheel (2022) manifestavi, attraverso una spinta psichedelica, dolcezze estranianti; Escape Lounge è un secondo capitolo che, sembra, invece affrontare la passività rispetto alle varie alienazioni; volendo dare una circolarità, esiste già, nella tua mente, una parte terza con la quale far esplodere tutto o tornare al punto di partenza?

Estasi e spiritualità possono essere dei buoni maestri e dei buoni strumenti, richiedono una certa disciplina. Da un lato aiutano proprio a rendere il mio lavoro disciplinato, o, forse, lo aiutano proprio a esistere. Non riesco a immaginare un terzo capitolo in questo momento; non ho la minima idea di quale direzione prenderà la mia musica e nemmeno la mia vita. Ho tanta musica nuova registrata in questi mesi ma chissà se mai la finalizzerò oppure ne farò dell’altra e questa finirà nel dimenticatoio.

Non credo che in Escape Lounge ci sia una dimensione pura di passività, piuttosto, una spinta giocosa e a volte anche ironica nei confronti dell’alienazione e della passività stessa che molti vivono nel quotidiano, una certa attitudine a non fermarsi al primo sguardo o alla prima cosa che ci venga detta esser ‘vera’.

Sembra ci sia una profonda ricerca artistica che invita alla riflessione, alla discussione e tutto appare come una costante indagine, anche la cura dell’ordine dei vari brani; per questo, Escape Lounge può avere un concept politico, essere un manifesto culturale o una dichiarazione di un punto di vista intimo e preciso?

Penso che Escape Lounge venga fuori più da momenti vissuti che da una ricerca precisa. Sicuramente ha una dimensione intima e privata. Non penso sia un album politico in senso stretto, ma, inevitabilmente, credo che ogni gesto quotidiano abbia la sua dimensione politica.

Riferimenti Cyberpunk, penso a Tetsuo (cult del body horror); mi chiedo, le tue inclinazioni musicali hanno dei riferimenti con il mondo del visivo? E se si, quanto sono rilevanti nel tuo immaginario artistico?

Certo! Sono fan di Tsukamoto e molto appassionato di cinema in generale. Mi piace costruire un piccolo mondo attorno alla mia musica per darle la possibilità di essere un punto di accesso, un punto di partenza invece che una destinazione. Da adolescente trovavo super exciting comprare i CD e sfogliare i booklet, guardare i video su MTV, leggere le interviste e guardare le foto. Era come se, aprendo quella custodia, potessi aprire un mondo che ogni volta mi portava a scoprire nuovi mondi. Forse, questa è una delle ‘vertigini’ più interessanti che mi sia capitato d’incontrare. Accade ancora. Credo che la musica abbia la capacità di invitare all’ignoto e che possa essere un ottimo punto di accesso.

Escape Lounge vede la collaborazione di tre artisti che hanno sperimentato molto nella musica, James K, PRICE e Leonardo Rubboli. Che dinamiche si sono create dal punto di vista creativo per questo progetto e come si sono allineate le varie idee in una sola creatura musicale?

Leonardo Rubboli, oltre a essere uno dei miei più cari amici, è un musicista incredibile; ormai, collaboriamo da tanti anni e a quasi tutta la musica che ho rilasciato ultimamente.

Soprattutto dal 2022, quando abbiamo iniziato ad andare in tour insieme. Fra di noi non c’è bisogno di allinearsi, c’è un flusso continuo che ci lega e slega insieme nel tempo. I suoi gesti musicali, e non solo, hanno la capacità di sorprendermi ogni volta e di portare tante immagini nuove nella nostra musica.

Gli sono molto grato, come lo sono a tutti i musicisti che hanno collaborato alla scrittura del disco.

Un giorno a marzo del 2024 inviai a Renato Grieco questo album (quando ancora non era finito) per farglielo sentire, e lui, senza che gli chiedessi nulla, registrò un unico take di viola da gamba su tutta la durata del disco. Immagino che la musica l’avesse ispirato a farlo, per cui gli chiesi di poter tenere alcune di quelle registrazioni per includerle e lui accettò di rifarle su quelle specifiche parti che gli chiesi. In questo caso è stata la musica stessa a scegliere e contattare il suo collaboratore, senza bisogno di pianificare, altre volte invece serve pianificare.

PRICE collabora e va in tour con Renato da alcuni anni; le nostre strade si sono incontrate più volte. Ho scritto e prodotto alcuni brani per Mathias (PRICE) e abbiamo performato insieme a Milano nel novembre del 2023. A Pair Of Dice è stato scritto a 4 mani (o forse 6 a dire il vero) insieme a Cecile Believe. Avevo questo sketch di chitarra e synth che mi sarebbe piaciuto includere nel disco, ma pensavo avesse una vena troppo folk rispetto agli altri brani.

PRICE con la sua voce è riuscito a portarlo in tutt’altra direzione trasformandolo in una vera e propria canzone, e insieme a Cecile abbiamo scritto un testo abbastanza insolito.

Ho conosciuto Jamie (James K) a New York nell’estate del 2023 a un concerto organizzato da Sam Clarke in un posto assurdo che si chiama Gottscheer Hall, a Ridgewood. Era anche il mio compleanno quella sera e io e Visio suonavamo in questa sala assurda al piano di sopra della birreria. Era pieno di foto sulle pareti di legno che sembravano tutte il ritratto di Laura Palmer. Sono sempre stato molto fan di James K e della sua musica ed è venuto naturale per me chiederle di cantare su un brano a cui stavo lavorando in quel periodo. Ci siamo trovati molto bene e questa estate presenteremo un nuovo live show chiamato The Talk insieme a Günseli Yalcinkaya e Andrea Belosi.

Fra i collaboratori dell’album vorrei menzionare e ringraziare anche Alexander Iezzi che con un solo drum beat mi ha aiutato a dare forma a questo disco, senza di lui sarebbe stato sicuramente molto diverso.

Sei stato al Rewire, il prossimo luglio sarai al Nextones e a maggio porterai Escape Lounge in altri Festival in giro per l’Europa. Hai un progetto anche estetico per la presentazione del nuovo album?

Nei prossimi concerti vorrei essere libero di sperimentare e non fare sempre lo stesso show. Lascerò aperte varie possibilità, sono certo che cambierà di volta in volta a seconda del contesto.

Sei stato curatore artistico di Macao, centro culturale che ha saputo difendere la bellezza dell’arte lasciandola esprimere in forme varie con l’intento di descrivere linguaggi differenti. Oggi, sembra sia tutto sparito o che non si abbia più possibilità di investire, senza alcun tipo di finalità precisa, in un progetto culturale indipendente. Questa tua esperienza che forma artistica assume nei tuoi progetti musicali. C’è spazio anche per la malinconia?

Sono sempre stato colpito dalla musica che porta con sé malinconia. In generale lo trovo un sentimento radicato nel passato, ma che può suggerire nuovi sguardi per il presente. Si! Ho sempre avuto un certo tipo di magnetismo per questo sentimento.

Riguardo a Macao credo che sia stato un capitolo molto importante per la mia formazione; avevo 20 anni quando ho iniziato a collaborare con loro e sono stati anni molto formativi per me e per tutti quelli che facevano parte del collettivo. Resta un sentimento di malinconia legato a Macao e a quello che era, voglio continuare a usare questa energia per immaginare cose che ancora non esistono.

Come sei arrivato a Escape Lounge, c’è uno schema preciso che hai seguito o è stato tutta una storia d’istinto tra ricerche, metamorfosi acustiche, scoperte che, in questo momento storico così particolare anche nel settore artistico, ti hanno condizionato fin qui?

È stato un percorso molto naturale. Come dicevo, non ci penso molto quando compongo musica, almeno nella prima fase cerco di scrivere e registrare le prime cose che mi capitano. Trovo molto exciting sedermi nel mio studio alla mattina e registrare la prima cosa che mi passa per la testa o per le mani. È sempre stato questo l’approccio anche quando ho iniziato a scrivere l’album a Stoccolma nello studio EMS; entravo e registravo tutto quello che riuscivo a fare in una giornata. A volte, la parte più difficile è liberarsi dalle aspettative e dagli obiettivi, ricordarsi che lo stai facendo solo per te e per la tua felicità. È questo il momento più felice… speciale; il momento che mi porta in una dimensione un po’ escapista nei confronti della realtà, in modo affermativo mai statico e passivo. Soltanto poi, quando cerco di mettere le cose insieme, inizia un lavoro più mentale e razionale, che a volte è quello più lungo: dare un senso a quello che è stato fatto -soprattutto- togliere e lasciare spazio.

Escape Lounge è il secondo album di Heith pubblicato per PAN il 25 aprile 2025.

1.	()()()()()()()___ 01:45
	2.	You In Reverse 03:17
	3.	The Scrollkeeper 04:45
	4.	Heith feat. PRICE – A Pair Of Dice 02:57
	5.	Heith, Leonardo Rubboli – Little Spirits 02:25
	6.	Heith, Leonardo Rubboli – Strange Middleland 03:23
	7.	23 Shifting 03:09
	8.	Heith feat. James K – Come, Sweet 03:20
	9.	Screen.angel 03:57
	10.	Awoken By A Lamp 03:10
	11.	Escape Lounge 04:14
	12.	I Am A Strange Loop 03:30

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