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IN CONVERSATION WITH: Dualismo Sound & Pho Bho Records

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29.05

IN CONVERSATION WITH: Dualismo Sound & Pho Bho Records

IN CONVERSATION WITH: Dualismo Sound & Pho Bho Records

Dal 24 al 26 maggio, in occasione del Jazz is Dead Festival, verrà allestita, per la terza edizione consecutiva, la rassegna Sinoira Modificata, uno spazio ibrido che funge da market, area ricreativa e piccolo stage in cui si esibiscono DJ e progetti vari durante i cambi palco degli stage principali. Quest’area è curata dal collettivo composto da Dualismo Sound e Pho Bho Records. A pochi giorni dal festival, abbiamo incontrato Andrea di Dualismo Sound e Giulio e Federico di Pho Bho Records -co-gestori dell’etichetta insieme a Matteo Coffetti e Riccardo Biffi- per raccontarci meglio della loro curatela di questo spazio.

Come nasce la vostra collaborazione con Jazz is Dead?

Federico: Prima c’è da fare una piccola premessa su com’è nata la collaborazione tra Pho Bho e Dualismo. La rassegna si chiama Sinoira Modificata, un nome che viene dalle feste pomeridiane che organizzavamo in una bocciofila (Torino è piena di circoli di bocce). Abbiamo iniziato nell’Ottobre 2021 creando quest’area strutturata con dei market dove abbiamo invitato amici da tutta l’Italia, tra cui Gambo – direttore artistico di Jazz is Dead – con la sua label. Dall’anno dopo abbiamo iniziato a organizzare questa rassegna all’interno del festival.

Andrea: Sinoira Modificata è una rassegna che unisce il mondo della musica con quello editoriale. Il market è inserito nel contesto di Jazz is Dead come una zona Chillout durante i cambi di palco del festival. Abbiamo avuto carta bianca sulla direzione artistica, intervalliamo tra una transizione e l’altra dei DJ set e dei Live set dove proponiamo le cose più strane e sperimentali che ci vengono in mente. Questo spazio è slegato dalle dinamiche del Dancefloor, nonostante ci siano state anche delle situazione in cui si è ballato.

Giulio: In questo market vogliamo dare spazio a varie realtà DIY del centro-nord Italia.

Immagino che sia un importante momento di networking per le vostre etichette.

Giulio: Certo, assolutamente. Vedere crearsi una rete di persone amiche che in questo spazio possono esprimersi e collaborare è fondamentale.

Quali sono le realtà coinvolte in questo mercatino?

Giulio: Come negozio di dischi ci sono ad esempio La Colonna sonora e Dualismo Discodiffusione. Come fanzine c’è Eterogenesi e come magazine 1977. Per quanto riguarda le etichette ci sono: Villa recordings, Pampsychia, Biodiversità records, Details Sounds, Dualismo Records, Evasione Digitale, Sunny Crypt, Bristol NormCore, Salgari, NonLocal Research e Lysergic Induction forge.

Andrea: Parteciperà un collettivo di Chiavari che si chiama Sesto Senso, ragazzi che si occupano di arti visive.

Federico: Ci sarà anche il corner con il merch di Jazz is Dead e la libreria del Golem di Torino.

Con quali criteri avete scelto gli artisti che si esibiranno?

Andrea: Il festival è diviso in tre giornate, ognuna con un filo conduttore differente. Abbiamo fatto il programma con la direzione artistica degli altri palchi come punto di riferimento. In queste giornate abbiamo deciso di dare spazio a collezionisti o DJ che sono addirittura alle loro prime esibizioni, gente che compra e colleziona ma che non suona spesso. Di solito questo tipo di persone propongono i Set più interessanti. Ci saranno anche degli amici validissimi che proporranno dei Live Set.

Federico: Vorrei aggiungere che è anche un’occasione per invitare persone che si conoscono e di cui c’è stima. Un aspetto importante è anche fare esibire le persone che vengono ad esporre con le loro label. Nelle edizioni scorse ci sono state delle esibizioni memorabili, mi viene in mente il live set sperimentale di Xàr Num e Jacopo Buda sotto la pioggia. I set sono particolari perché sono i cambi palco, c’è quella piccola fascia di tempo che raccoglie le persone quando escono dai live principali.

In un mondo in cui è sempre più difficile divincolarsi dalla valanga di informazioni in cui siamo immersi, quanto è importante organizzare queste rassegne e mantenere un’attitudine DIY?

Federico: Credo che sia importantissimo. Creare uno scambio importante tra le persone in uno spazio così raccolto provoca una grande soddisfazione.

Andrea: È la prova che un altro modello di festival è possibile, un modello slegato dalle logiche di profitto. Si sente molto forte il legame con la città di Torino e con tutto quello che la città offre, è tutto un cerchio che si chiude.

Giulio: Mi viene da dire che curare questo spazio è una bella responsabilità e che si deve comunque conciliare ai flussi di un grande evento. Logica DIY ovviamente non vuol dire organizzare le cose con leggerezza o in modo caotico. Per me DIY vuol dire anche saper mettere in rete le diverse realtà in modo pianificato e organizzato a livello logistico.

Per concludere, vi chiedo: qual è l’artista che più desiderate ascoltare all’edizione di quest’anno?

Andrea: Valentina Magaletti, ogni anno porta qualcosa al festival. Un’altra artista che sono curioso di ascoltare è Daniela Pes.

Federico: Sarò banale però sono tanto curioso di ascoltare Moritz Von Oswald, è un artista che seguo da tanto tempo e non mi è mai capitato di vederlo dal vivo.

Giulio: Dopo che i ragazzi hanno fatto quei nomi mi farebbe piacere parlare dell’area del clubbing. Tra i DJ che si esibiranno quello che sono più curioso di ascoltare è 3Phaz. Inoltre, sono molto curioso di sentire le esibizioni che ci saranno nell’area che abbiamo curato.

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