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Art

IN CONVERSATION WITH: Paolo Cenciarelli

words: Roberta Gigliotti

22.12

IN CONVERSATION WITH: Paolo Cenciarelli

IN CONVERSATION WITH: Paolo Cenciarelli

L’artista visivo Paolo Cenciarelli è l’autore di GUARDA. Un progetto di arte pubblica partecipativa, che sancisce il forte legame che c’è tra l’artista e la città di Roma. GUARDA è un’azione artistica che porta la fotografia d’autore fuori dai musei e la restituisce alla città. Attraverso una serie di grandi ritratti fotografici in bianco e nero, realizzati su carta blueback e materiali sostenibili, l’artista trasforma i muri urbani, attraversandoli con un linguaggio visivo immediato e potente.

GUARDA è un progetto artistico sparso per i luoghi simbolici del Municipio XV. Come nasce l’idea di questo progetto che lega, ancora una volta, il tuo nome alla Città Eterna?

Zétema ha aperto dei bandi ed una società con cui lavoro, mi ha coinvolto come artista nel progetto che si basa sugli allestimenti, essendo che loro fanno allestimenti. Abbiamo messo insieme qualcosa di pratico (come gli allestimenti), con qualcosa di più visionario, nel senso della visione. E’ nato così!

Le foto che compongono questa concept artistico, ritraggono: occhi, mani, frammenti. Non sono volti interi, persone riconoscibili. Perché questa scelta?

No, sono solo occhi!
Le mani che vedi è perché uno degli scatti è una persona che sta con le mani davanti agli occhi, ma in realtà sono soltanto occhi. Come qualcuno ha detto e come spesso dico: ”Siamo l’uno il dispositivo degli altri”, ed il dispositivo sono gli occhi. Alla fine, quando tu guardi con gli occhi, (un’opera mi sembra troppo) un operato, ti senti anche guardato. Mi auguro, per quanto riguarda la mia parte progettuale, che questi occhi possano pure, un po’, scuotere il punctum di chi li guarda.

Il compito di queste foto è quello di riconoscersi in questi sguardi frammentati?

No, perché ognuno legge, in quello che vede, quello che gli pare. Spesso legge quello che conosce. Però se ti fanno fermare, qualsiasi cosa inneschino, proprio come l’innesco di una bomba, di una miccetta, va bene. La volontà era che comunque fosse qualcosa di non esclusivamente decorativo, ma che potesse anche provocare.

GUARDA non propone un evento da consumare, ma un’esperienza da attraversare. Credi che oggi non ci si guardi veramente?

Intanto che tutto quanto sia non eventuale, ma eventistico, secondo me pure un po’ sti cazzi. Se guardo anche tutte le cose che fanno i miei colleghi, le persone che fanno dei mestieri me affini, è sempre come se tutto si consuma soltanto in un evento. Qui non era proprio questa la volontà. Qui c’è la possibilità di mostrare qualcosa, ed uno si dedica a mostrare qualcosa che sia valido, speriamo! Questa cosa che tutto deve essere un evento: fai il libro, ed il libro non è più un libro ma un evento. Fai l’album e non è più l’album, ma un evento. Tutto promozione, promozione, promozione. Questo progetto quì, nella maniera in cui l’ho approcciato, l’ho approcciato con molta tranquillità dal punto di vista eventuale. Tu fai una cosa che dura X mesi o fai una cosa che dura un’eternità, come un libro o la musica e si celebra soltanto il fatto di averla fatta. Non si parla del valore di quello che è stato fatto, ma sempre del valore dell’evento che celebra quello che è stato fatto.

Guarda non è un evento!
E’ un’esperienza di chi ci si ritrova.

Molto interessante è anche la scelta di realizzare queste foto enormi e potenti, su carta blueback e materiali sostenibili. Queste immagini, con il tempo, si consumeranno e si strapperanno. Era questo quello che volevi: uno spazio urbano che si fonde con le opere? Un pubblico che si fonde con le opere…una fusione totale e collettiva?

In realtà, la carta blueback, l’ho usata anche per interni, facendo della roba enorme dentro palazzi affrescati.
Per dirla tutta, ci sono stati degli articoli su testate di cronaca locale che hanno cominciato ha dire: “Però, così si sporca Roma”. In realtà non è così, perché dopo tre mesi vengono pulite.

Cos’altro dobbiamo aspettarci da Paolo Emilio Cenciarelli?

Niente! (ride)
Sto lavorando da anni su quello che vorrei potesse diventare un nuovo libro.

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