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Music

Italomania Vol. II: Toy Tonics e la nuova wave dell’Italian Disco

words: Giuseppe Avolio

23.09

Italomania Vol. II: Toy Tonics e la nuova wave dell’Italian Disco

Italomania Vol. II: Toy Tonics e la nuova wave dell’Italian Disco

É uscita “Italomania Vol. II: the New Wave of Italian Disco”, nuova compilation forgiata nelle fucine della tedesca Toy Tonics, curata direttamente dal boss dell’etichetta Mathias Modica aka Kapote. Fuori a breve anche il vinile, per gli amanti dell’analogico.

Il disco si compone di tredici tracce che sprizzano italianità da tutti i pori – a partire dai titoli, vedi SessoSpaghetti – e affonda le radici in quel sound che negli anni ’80, dai dancefloor delle mega-discoteche della riviera romagnola, si è rapidamente diffuso in tutto il mondo portando cantanti come Raf, Gazebo e i Righeira ai vertici delle classifiche internazionali: l’Italo Disco.

È necessario specificare però che Italomania Vol. II non è un revival dell’Italo Disco ma rappresenta la nuova Wave dell’Italian Disco, nel senso che si pone alla stregua di un manifesto musicale finalizzato a delineare i contorni di una nuova scena Disco che fa del concetto di “italianità” il suo punto di forza. Infatti, secondo il founder di Toy Tonics, da qualche anno stiamo assistendo a un cambio di paradigma: se prima i cantanti italiani – come quelli sopramenzionati – nascondevano le loro origini dietro pseudonimi e testi inglesi o spagnoli, adesso si verifica l’esatto opposto, con un numero sempre maggiore di artisti internazionali che “rubano” nomi e vocal dall’Italia, proprio in virtù di questo rinnovato fascino verso tutto quello che proviene dal Belpaese.

Incuriositi da questa tendenza e convinti del fatto che un fenomeno musicale sia inevitabilmente anche un fenomeno socioculturale, abbiamo posto qualche domanda a Kapote per comprendere meglio le trasformazioni in atto, per analizzare le differenze e le analogie fra ciò che è stato e ciò che sarà e per capire in che modo il secondo volume di Italomania si inserisce in questo contesto.

Dunque:

Il 6 luglio scorso ci lascia Pino D’Angiò, grande voce degli anni ’80 e assoluto protagonista del recente revival dell’italodisco. Instagram e TikTok sono invasi dall’affetto per un artista che si era ritrovato nuovamente al centro dell’attenzione, grazie soprattutto alla “riscoperta” del suo brano “Ma quale idea”. Quali sono gli elementi, dal punto di vista musicale e culturale, che stanno riportando anche le generazioni più giovani a ballare sulle note di questo “sound disco made in Italy”? E quanto pensi possa durare questa rinnovata voglia di italianità?

Dopo 15 anni che le radio passano Trap e Reggaeton e, allo stesso tempo, col grande revival della Techno e della Trance nei club e nei festival, ha senso che emergano nuovi stili nella cultura Pop e Dance. Disco e Funky House sembrano essere la prossima grande novità, trend che è già possibile osservare nei club e nei festival in giro per l’Europa. Inoltre si può notare come gli artisti americani Trap e quelli R&B stiano gradualmente iniziando a produrre musica House (Drake, Beyonce, ecc.).
Anche in Italia i primi rapper stanno cominciando ad usare basi House invece che Trap nelle loro nuove canzoni e, contemporaneamente, la lingua italiana sta diventando molto popolare, non solo nella musica pop italiana ma in tutto il mondo. In Francia e in Germania ci sono nuovi gruppi di tendenza che cantano in italiano, in Olanda e in Gran Bretagna la passione per l’Italo Disco è forte e cresce di anno in anno.
Credo che siamo solo all’inizio di una (nuova) big wave.

Dando un’occhiata agli artisti nella tracklist di Italomania Vol. II, salta subito all’occhio la fortissima componente italiana. Si può dunque dire che, se si parla di Italo Disco, “Italians still Do It Better”?

È cosi.. la variante elettronica della Disco è un’invenzione italiana dei primi anni ‘80, successivamente riadattata dai producer House e Pop americani e internazionali. Quindi, creare musica Dance sembra essere parte del DNA degli italiani. Ma, naturalmente, se diamo un’occhiata alla storia l’Italia è IL paese della musica da 2000 anni, qui sono stati sviluppati differenti generi musicali, dunque ha senso che gli Italiani siano ancora leader nella musica…

Parlando sempre di Italomania Vol. II, l’album si pone come punto di riferimento della “New Wave of Italian Disco”. Quali sono le principali analogie e differenze fra l’Italo Disco anni ‘80 dei fratelli La Bionda e quella di Italomania curata da Mathias Modica aka Kapote?

La musica definita Italo Disco era principalmente elettronica e aveva vocal in inglese. Con questa compilation, però, vogliamo dimostrare che esistono nuovi stili nella musica Dance che utilizzano VOCAL IN ITALIANO e che non è (più) necessario, per gli italiani, fingere (e nascondersi) utilizzando nomi e vocal in inglese. Questo è il motivo per cui la chiamiamo ITALIAN DISCO e non ITALO DISCO.
Italomania Vol. II non è pensata esclusivamente per l’Italia, ma per il mercato internazionale. E siamo sicuri che inglesi, tedeschi, olandesi e americani apprezzeranno l’Italian Disco coi vocal italiani 🙂

Sei un collezionista di dischi, ho letto che fino a qualche anno fa ne avevi circa ventimila, tu stesso ti definisci un nerd in materia. Approfitterei dunque per chiederti una top cinque tracce che, a parer tuo, rappresentano musicalmente e concettualmente il fenomeno dell’Italo Disco.

Credo che l’80% della musica etichettata come Italo Disco sia merda e spazzatura 🙂 Ma, come in qualsiasi genere musicale, esistono delle perle nascoste:

Parlando di Italo Disco, le mie preferite sono:

KANO – IT’S A WAR

CAPRICORN – I NEED LOVE

BLACK BOX – STRIKE IT UP

KLEIN & MBO – DIRTY TALK

GIORGIO MORODER – THE CHASE

Per quanto riguarda l’Italian Disco:

PATRIZIA PELLEGRINO – AUTOMATICAMORE

ENZO CARELLA – BARBARA

ORNELLA VANONI – TI VOGLIO

PINO D’ANGIO’ – OKAY OKAY

LUCIO BATTISTI / THE CHAPLIN BAND – IL VELIERO

Se si parla di italodisco non si può non menzionare la Baia degli Angeli di Gabicce, discoteca magica dove, come tu stesso affermi in “Italo Disco: the Sparkling Sound of the 80s”, le persone potevano vivere in un universo parallelo ballando per giorni e isolandosi dal mondo esterno. Se dovessi progettare una Baia degli Angeli 2.0, avendo carta bianca su ogni aspetto, come — e dove — sarebbe il risultato finale?

Come l’originale 🙂

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